Teneri, dolci e leggermente fuori di testa.

Perturbante nostalgia.

Teneri, dolci e leggermente fuori di testa.

Ho un debole per le cose a forma di orsetto, per i disegni di coniglietti e uccellini, insomma per gli animaletti teneri in generale. La mia prima T-shirt melidé (2014), che conservo gelosamente e "ho paura a mettere", è una vecchia maglietta intima di mio padre con il ricamo di un coniglietto. Non era un coniglietto qualsiasi e, anche se non era propriamente un "coniglietto assassino", aveva qualcosa di disturbante, come tutti gli animaletti che avevamo in catalogo in quegli anni.

Questa foto è del 2014, è uno dei primi ricami che ho fatto e si vede che è fatto male. Ma questa T-shirt, per me, è ancora un pezzo di cuore e sempre lo sarà.

Altro esempio (ma ne ho davvero un elenco): per il mio diciottesimo compleanno (1999) la mamma del mio ragazzo di allora mi regalò un portachiavi di Furla a forma di orsetto. Purtroppo si è rotto qualche anno fa, ma mi piaceva così tanto che l'ho subito cercato su Vinted e l'ho ricomprato.

Con queste premesse, che sono anche un'assunzione di responsabilità per queste scelte di design, vi consegno due nuove tshirt ricamate a mano. Due orsetti/coniglietti/chiamatelicomevolete che sono apparentemente teneri e dolci ma hanno qualcosa di perturbante. 

Era da tempo che desideravo dei ricami come questi, un po' in stile Kenzo e un po' in stile Fiorucci, due brand di cui amo il lato ludico e provocatorio. In particolare ci vedo delle Fiorucci vibes perché passare da Fiorucci a Verona, dopo le lezioni all'università, dato che era di strada verso la stazione (ormai avrete capito che da sempre cerco di andare a piedi: fino a un'ora di strada per me è camminabile e preferibile a qualsiasi mezzo, esclusa la bici che per me è amore disperato). Insomma lungo la strada per l'Università degli studi, (che si trova oltre il ponte sull'Adige, che poesia quando si ingrossava, rimanevo a guardarlo ipnotizzata), prima di arrivare a Piazza delle Erbe, c'era Fiorucci. Entrare lì era come ingerire una pillola rosa per vedere tutto rosa. C'erano stand di brand super cool (era l'inizio degli anni 2000), c'erano oggetti pop, c'erano commesse e commessi vestiti da dio (Susanna Ausoni, tra l'altro, iniziò a fare la stylist grazie al suo lavoro nello storico negozio Fiorucci di Milano).

Non ho trovato foto del negozio di Verona, questa è di quello di San Babila a Milano, decisamente il più rappresentativo: per chi l'ha visto e per chi non c'era (cit.).

Sulla scia di queste vibes (oggi passatemi vibes, non userò "sdrammatizzare", ve lo prometto), vi presento queste due nuove T-shirt tenere, dolci e un po' inquientanti, ma non troppo. Direi che più che inquietanti sono autoironiche. Un po' come le persone che amo frequentare. Sì, ho scoperto di recente, semplicemente constatandolo, che le mie amiche preferite (e i miei amici, non voglio assolutamente discriminare), hanno tutte una caratteristica comune, l'autorinoia. Saper ridere di sé include anche un'altra caratteristica: non prendersi troppo sul serio. Non vale per tutto, non sto generalizzando (per le generalizzazioni c'è Instagram, e ci basta), ma oltre che sintomo di umiltà trovo che ridere si se stessi sia molto divertente.

(Incredibile che io sia riuscita a non usare "sdrammadizzare" nell'ultimo paragrafo, merito un applauso perché ci stava benissimo).

Ma andiamo avanti. Insieme a queste due T-shirt troppo cute (ma pazzoidi, quindi) trovate anche una nuova versione nera della gonna con lo spacco. Il tessuto è cotone con una simbolica percentuale di poliestere (che in questo caso è un valore aggiunto, lo capirete indossandola, nel frattempo fidatevi di me). Il modello, le misure, la vestibilità e la caduta sono identiche alla versione nera che è andata sold out qualche mese fa. A breve ne usciranno anche due versioni non-nere: una a righine azzurre molto sottili e una a piccoli quadretti blu. Quindi se la aspettavate nera, eccola, se invece ne vorreste una versione colorata, dovete aspettare ancora qualche giorno.

Abbiamo ricamato il primo campione sulla T-shirt bianca (che adesso è mia) ma posso darvi un consiglio non richiesto? Ordinatela sulla Tshirt grigio antracite, il contrasto dei colori è stupendo.

Lo sguardo della coniglietta/orsetta/pupazzetta assassina mi fa volare.

Vi devo consigliare un libro da abbinare a queste T-shirt. È Ti seguo (Atlantide edizioni 2022).
Il titolo originale è I'm a fan, lo sapete che sono menata con i titoli originali, ma questa volta mi va bene "Ti seguo" perché in italiano rende meglio la sfumatura un po' inquietante (per questo il volo pindarico interdisciplinare dai pupazzetti pazzoidi a questo libro).
Ti seguo esplora il fenomeno moderno dell’ossessione sociale, la dipendenza da Instagram e i temi di razza, classe, desiderio e alienazione in un mondo iper‑connesso, per riassumere in modo spiccio. La struttura di questo libro, oltre al tema e al linguaggio, è interessante e vantaggiosa. Sono tanti brevi capitoli: il vantaggio è la soddisfazione che si prova a finire un capitolo. I libri più impegnativi da leggere per me sono quelli non divisi in capitoli o in parti, senza soluzione di continuità. Mi piacciono comunque, li prendo come sfide, ma in spiaggia, in vacanza, se mi imbatto in un libro diviso in brevi capitoli diventa subito la mia prima scelta. È interessante perché contribuisce all'alienazione (insieme alla spersonalizzazione dei presonaggi, che non hanno nome ma epiteti o brevissime perifrasi, "l'uomo di cui sono innamorata", "la donna da cui sono ossessionata"), destabilizza, spezzetta, disturba e tradisce anche l'origine letteraria dell'autrice. Sheena Patel è un'autrice londinese di origine indiana e mauriziana, nel 2017 ha cofondato il collettivo letterario 4 Brown Girls Who Write insieme ad altre tre autrici britanniche di origine sud-asiatica, Roshni Goyate, Sharan Hunjan e Sunnah Khan, che scrivono poesia e prosa intime, radicali e politiche.
Nato come spazio sicuro di condivisione e sorellanza creativa, il gruppo ha pubblicato raccolte individuali in un formato collettivo e si esibisce regolarmente in performance dal vivo. Ecco perché vi dico che questa scrittura e questa struttura sono speciali: io ci ho visto l'influenza di questa modalità immediata, viva, di fare letteratura, da "collettivo". Non vi sembra anche un po' da estetica fuorisede

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