Introducendo A Palce to Meet

A place to meet è una sintesi di due concetti: un posto dove incontrarsi, un luogo da conoscere.

Introducendo A Palce to Meet

Per me, A place to meet è una cittadina dei Castelli Romani, Albano, ed è qui che voglio portarvi poco a poco con gli scatti della nuova campagna, ma rappresenta tutti i luoghi che sono casa per ognuna di noi.
Questo è il posto in cui ho scelto di vivere, dove sono approdata a quasi trent’anni, dopo varie vicissitudini e dopo aver abitato altri luoghi, dove sono stata accolta e dove sto crescendo mio figlio. Non può essere un posto a caso, quello in cui viviamo, e infatti per me non lo è.

Questo è anche il luogo dove nasce il mio lavoro: melidé. È inevitabile che i vestiti che facciamo traducano il posto in cui vengono pensati, ideati e messi in opera. Traducono questo stile di vita, questo clima, le nostre abitudini, le strade che calpestiamo ogni giorno e quello che vediamo intorno a noi. La vita che viviamo e come ci vestiamo per viverla.
Da dieci anni, dentro melidé ci sono i luoghi della mia quotidianità, e quello che anche voi acquistate e mettete nell’armadio, e su voi stesse, è quello che io voglio indossare quando esco con gli amici, quando li invito sul mio terrazzo per chiudere in chiacchiere e ascoltando musica il venerdì, quando vado a fare la spesa, quando passeggio per il centro e mi fermo a prendere un frappé, quando faccio aperitivi che durano ore, che sembrano cene e dopocene, quando cammino con mio figlio sui sampietrini, commentando la bellezza indicibile dei palazzi e anche la loro triste decadenza e le infinite, infinite auto in divieto di sosta.

Albano Laziale, settembre 2025 - ex cinema Florida

Gli scatti di Simona Ramponi e Jacopo Casolai raccontano la realtà senza forzature, senza per forza cercare di valorizzarla, edulcorarla o renderla apprezzabile: questo posto, un posto dove incontrarsi, un luogo da conoscere - il mio A place to meet - è di una bellezza indescrivibile, ma è anche uno dei tanti luoghi magnifici di questo Paese, l’Italia, che sono sempre più abbandonati all’incuria, gestiti con superficialità e incompetenza, rosicchiati dalla politica fine a se stessa, quella che, invece di lavorare per la qualità della vita di tutti e di tutte, è impegnata, o meglio distratta, da provincialissimi giochi di potere, dall’incapacità di gestire le poche risorse a disposizione, dalla mancanza di progetti di ampio respiro, pensati a lungo termine, pianificati con cura, amore, competenza e collaborazione.
Questa premessa è indispensabile per raccontarvi quello che vedrete: i nostri vestiti nei nostri luoghi, così come sono, senza inquadrature furbe, senza sconti, senza gomme per cancellare quello che stona, senza compromessi: quello che vedrete è quello che ogni giorno vediamo noi, così come lo vediamo.

La scelta di chi ha scattato non è stata casuale: per fotografare Albano non basta la tecnica - e qui c’è tecnica in abbondanza, studio di luci e sopralluoghi, incontri e confronti, scelte e rinunce - per fotografare Albano la conditio sine qua non doveva essere l’amore.
Simona Ramponi e Jacopo Casolai hanno messo in questo lavoro amore e competenza, tecnica e trasporto, passione e concentrazione: il loro occhio insieme al mio vi raccontano storie di vestiti indossati ogni giorno, con naturalezza, senza pensarci troppo, in una cittadina di quarantamila abitanti a pochi chilomentri da Roma, dove io adoro camminare godendomi, sbirciando dalle finestre, i soffitti in legno e le luci nelle case, i panni stesi, le facciate, le antiche porte romane, le strade di sampietrini, le scale, le salite, le persone.

Jacopo vive a Verona ed è uno dei miei più cari amici: ci siamo conosciuti a 16 anni, quando eravamo adolescenti fragili e tormentati, e da allora non ci siamo mai lasciati, abbiamo sempre fatto in modo che i fili delle nostre vite continuassero a intrecciarsi.
In questo lavoro c’è tutta la sua delicatezza, i suoi silenzi e il suo sguardo attento e profondo. Da anni Jacopo affianca al lavoro di architetto la passione per la fotografia, alimentata, consolidata e continuamente aggiornata da studi in digitale e analogico. Il suo sguardo su Albano è molto simile al mio, perché il nostro background culturale è comune, perché chi si conosce da sempre vede le cose con gli occhi dell'altro, senza farsi troppe domande.
Simona, che fa la fotografa mentre si muove nel vasto e impervio territorio della comunicazione, vive a Roma e si è innamorata di Albano in pochi minuti. Ho chiamato lei per questi scatti perché volevo dei ritratti, non delle semplici fotografie, volevo il suo sguardo genuino e innamorato e ho adorato il fatto che si sia abbandonata a quello che vedo io, in questo posto, usandomi da occhiale, da filtro, fino a sentire suoi questi palazzi, questi sampietrini, questi panni stesi.
Insieme, Simona e Jacopo, formano il mio dream team fotografico e spero che continueremo a raccontare storie insieme.

Albano Laziale, settembre 2025 - Piazza Salvatore Fagiolo

Giulia De Girolamo, protagonista e indossatrice, non è propriamente una modella: è un’attrice e studia Sociologia alla Sapienza.
Volevo una ragazza come me, come noi, come voi, una giovane donna che interpretasse questi vestiti senza artifici, con la spontaneità e la naturalezza di chi li indossa ogni giorno per fare qualsiasi cosa: andare al lavoro o all’università, uscire con le amiche, fare la spesa, andare al cinema, leggere un libro o scrollare il telefono aspettando qualcuno su un muretto, fare colazione in un bar, correre per non perdere il treno.
Cose così: semplici, quotidiane.

Poco a poco vi racconterò altri angoli di questo mio adorato A place to meet.
Inizio così: con il vecchio cinema Florida, ora Florid perché è caduta la “A” dall’insegna.
Chiuso da decenni, da prima che io arrivassi qui con tutto il mio entusiasmo. Rosico quando qualcuno mi dice: “Qui ci ho visto Titanic, qui ci ho visto Jurassic Park, lo sai che ci si fumava dentro? I sedili di legno erano qualcosa di terrificante.” Rosico di non avere un cinema a due passi da casa.
Non ho voluto sconti a questa inquadratura: c’è l’abbandono, la decadenza, c’è sporcizia, ci sono i manifesti contro il genocidio a Gaza, c’è anche il pericolo che cada qualcosa, infatti dico sempre a mio figlio di camminare dall’altra parte della strada. Ho voluto fotografarlo ancora perché è brutto, ma è bello lo stesso.
È brutto, è abbandonato, è sporco, ma so che quando non ci sarà più, sostituito da qualsiasi cosa che non sia un cinema, sostituito da qualcosa di non pensato per fare cultura, per incontrarsi, per rendere questa cittadina più accogliente e più ricca, qualsiasi cosa sarà, mi farà piangere di tristezza.

Albano Laziale, settembre 2025 - ex cinema Florida

Giulia, davanti all’ex cinema Florida, Florid per gli amici, e sul muretto della fontana di Piazza Salvatore Fagiolo indossa la nuova felpa bomber in cotone caldo: la trovate sul sito in due versioni, con due ricami perfetti per questo capo, DO NOT DISTURB e un piccolo cuoricino bianco, entrambi ricamati a mano sulla schiena.
È un capospalla per le mezze stagioni, da buttarsi addosso senza pensare, da legare in vita, da schiacciare nella borsa da giorno o da weekend, e diventa un sotto per tutto l’inverno, una felpa comoda, calda, avvolgente, con il cappuccio da far sbucare da un cappotto o da una giacca.
Il look completo è composto da una T-shirt ricamata a mano, i Panta Pinces in fresco lana e scarpe vintage. Un look facilmente riproducibile che ti farà sentire a tuo agio ogni giorno, ovunque sia il tuo A place to meet del cuore.

Albano Laziale, settembre 2025 - Piazza Salvatore Fagiolo

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