È davvero la stessa cosa?

Fatto in casa, vintage o realizzato in deadstock, ecco cosa cambia davvero.

È davvero la stessa cosa?

È vero. 
Potete provare a farlo voi smontando una federa, oppure cercare qualcosa di simile su Vinted a 10€ (più spedizione? Boh, rimane il dubbio ma sono spicci).
Quindi ora vi descriverò le differenze tra questo vestito fatto da voi, comprato su Vinted e il nostro. 

Tre vestiti, tre storie

Voglio raccontarvi versioni possibili dello stesso concetto di vestito/prendisole, ognuno con budget diverso, presupposti diversi, scelte, energie, modalità di acquisto, esperienza di acquisto (e post), materiali, performance dei materiali e molto altro.

C’è chi ama i pezzi unici scovati in un mercatino, chi si affeziona a ciò che ha cucito con le proprie mani, e chi cerca qualcosa che abbia un’identità forte, ma che sia già pronto da indossare.

Non c’è una gerarchia, ma ci sono tante sfumature. E a volte conoscerle aiuta a scegliere non solo cosa comprare, ma come e perché.
Lo stesso tipo di capo può nascere in modi molto diversi.
C’è quello fatto in casa, a partire da una vecchia federa: un gesto creativo, affettuoso, magari imperfetto ma pieno di senso. Poi c’è quello trovato su Vinted o in un mercatino, con il fascino dei vestiti che hanno già vissuto, portano con sé un passato, e spesso anche lavorazioni che “non si fanno più”.
E infine c’è il nostro: realizzato con tessuto deadstock di cotone e seta, un prendisole fatto con un lavoro sartoriale attento, pensato per durare e per farti sentire bene, anche nelle giornate più calde.

Tre modi diversi di arrivare a un capo che, visto da lontano, potrebbe sembrare lo stesso.

In questa foto si vede bene la tenuta del tessuto e il volume che crea: è il mix di cotone e seta a permetterlo, i top Nora, invece sono in 100% cotone, cadono in modo più fluido e hanno meno struttura, quello che volevamo 

Il tessuto: non tutti i vintage sono uguali

Non è solo un fatto di composizione o grammatura: quando si acquista un capo vintage è meglio considerare anche lo stato di conservazione del tessuto.

I tessuti dei vestiti vintage hanno un indubbio fascino, ma è bene ricordare che sono spesso consumati: hanno perso grammatura, definizione, sostenibilità nel tempo. Lavaggi, esposizione alla luce, stirature aggressive lasciano il segno. Il cotone può risultare molle, opaco o ingiallito in alcuni punti, svuotato della sua freschezza originaria. Usando una parola non tecnica, stanco (sapete che amo anche dire "svenuto").

Una federa usata, per esempio, potrebbe essere un po' svenuta, aver perso quella croccantezza tipica del cotone nuovo. E se la usate per creare un vestito, questo influisce sia sul fitting (meno volume, meno struttura) sia sulla sensazione sulla pelle.

Deadstock non significa usato

Spesso si fa confusione tra questi due concetti, che però sono molto diversi. Il deadstock è un tessuto nuovo mai utilizzato, rimasto in stock presso aziende tessili o grandi marchi. I tessuti deadstock che utilizziamo sono tutti certificati dalle aziende che li distribuiscono, tranne alcuni (spesso molto preziosi, come quello della gonna con le stelline in lana e seta dello scorso inverno) che provengono da una cooperativa sociale fiorentina, ne abbiamo parlato varie volte nelle stories.

La nostra selezione di tessuti deadstock è fatta con attenzione maniacale, e comprende fibre pregiate (cotone 100%, seta, viscosa di qualità, cupro, mix speciali come la composizione di questo prendisole), stampe originali non ripetute (vi ricordate la Lambada con le topoline, in seta?), ideate da famosi direttori creativi, trame e finiture che non si trovano nei tessuti prodotti per la grande distribuzione (avete presente la goffratura del vestito camicia?).

L’usato è la versione “consumata” di un tessuto. È ancora bello, perché i tessuti vintage sono speciali, è vero che “non esistono più”, però portano addosso anni di uso e lavaggi, che ne hanno inevitabilmente snaturato la bellezza originale. Ma non è solo un fatto di estetica, è una questione di prestazioni: resistenza, tenuta della forma, capacità di traspirare o di mantenere l’intensità del colore.

Quando arriva davvero quello che volevi

Mi piace comprare su Vinted o Vestiaire, è una caccia al tesoro: scrolli, cerchi, selezioni, speri, salvi, magari contratti un po’. E quando il pacco arriva, c’è sempre quel momento in cui ti chiedi se sarà davvero come sembrava in foto. A volte va bene, a volte meno, ma fa parte del gioco e anche del prezzo, in molti casi.

Comprare da un brand come il nostro invece è un'esperienza molto diversa, e non sono io a dirlo (io non compro sul nostro sito, rubo i vestiti in magazzino e spesso indosso i protitipi prima dello sdifettamento).

Con noi sai esattamente cosa stai acquistando: da dove arriva il tessuto, com’è fatto il capo, che vestibilità ha, come si può usare, come si può modificare. E se non lo sai, basta chiedere: non smetterò mai di vantarmi del nostro costumer care, frutto di una lunga esperienza nella vendita al pubblico sia diretta sia online (io ho lavorato 9 anni in Feltrinelli, a Brescia e a Roma, Viola ha gestito i rapporti con le boutique da Farfetch in Portogallo) ma sopratutto basata su un principio fondamentale e imprescindibile: trattare le nostre clienti come vorremmo essere trattate noi, al loro posto. 

E poi non stai solo comprando un vestito: entri in un ecosistema di valori condivisi, in una storia, in un’idea di abbigliamento che è pensata per restare ed è fatta in modo da rispettare il pianeta e le persone, in un'epoca storica in cui stiamo distruggendo il posto in cui viviamo e in cui i diritti umani vengono violati a ogni livello, in cui non possiamo ignorare i lavoratori che scioperano per avere salari e orari giusti, in cui le aziende spostano le produzioni in stati in cui le leggi sulla tutela del lavoro permettono di abbattere i costi. 

È un altro tipo di relazione, diversa anzi diversissima da quella che si ha con un qualsiasi venditore su Vinted.

Non abbiamo ceduto al compromesso

Voglio farvi un altro esempio che spiega, giustifica e contestualizza il modo in cui lavoriamo.

Il nostro vestito Vicky (un design della collezione estiva dell'anno scorso) è ispirato a un capo vintage fatto in casa. Il laboratorio che lo ha prodotto ci ha spiegato che cucire quelle rouches è un lavoro lungo e delicato che nel capo originale era stato fatto a mano, con lentezza, e per riprodurlo a macchina ci vuole comunque molto tempo, (e di conseguenza la manifattura costa di più). Sarebbe più semplice applicare una passamaneria di pizzo, ma non era quello che volevamo per quel vestito.

Questo vestito di Prada, stupendo, della collezione PE di quest'anno, costa 1750€: come vedete è affine al nostro Vicky non ha rouches cucite sulle spalle, ma una passamaneria in pizzo.
Tra cucire le rouches e applicare il pizzo sapete quale operazione costa meno tempo (e quindi costa meno soldi) al laboratorio? La seconda.

Ecco una foto brutta del nostro vestito Vicky, un modello dell'anno scorso che avete adorato e che abbiamo prodotto anche quest'anno (sarà disponibile la prossima settimana).
Nella parte alta, sul petto per capirci, è doppiato. Le rouches fatte con lo stesso tessuto sono applicate sia sulle spalle sia sulla tasca. È taglia unica, 100% cotone deadstock a piccoli quadretti rosa e bianchi e costerà 150€.

Dalla Casa nella prateria all'estate italiana

Le camice da notte vintage nascono come biancheria. Io adoro indossarle per andare in spiaggia e per stare in casa, a volte sopra i jeans, ma non a tutte piace vestire come nella casa nella prateria, non tutte sono entusiaste e a proprio agio a uscire di casa in camicia da notte, e ci sta.

Per questo abbiamo fatto la nostra versione per uscire di questo capo facile e storico. La camicia da notte ricavata dalle lenzuola diventa, nella nostra versione, un vestito sartoriale in cotone e seta deadstock, con scaletta decorativa sul bordo, da indossare in tanti modi diversi per stare fresca e a tuo agio in queste estati tropicali italiane che ci aspettano.

Il nostro vestito prendisole non costa 10€ (con o senza spedizione? Insisto), non costa 1750€ e non è fatto a mano in casa con una federa usata. Costa 139€, un prezzo che racchiude tanti elementi: la ricerca, il cartamodello e il piazzato realizzati dalle modelliste (sì serve anche in un design apparentemente semplice), il costo della scaletta e delle spalline in raso (queste ultime sono state scelte per contenere il prezzo e sprecare meno tessuto), il costo del tessuto (cotone e seta deadstock), la manifattura, il packaging per spedirlo, le commissioni (solo sui pagamenti con bonifico non abbiamo commissioni), il lavoro della fotografa, i costi di comunicazione, i costi fissi aziendali (tasse, affitto, bollette, stipendi e tutto quello che un'azienda spende a prescindere da quanto vende) e anche l'iva, che come sapete sui vestiti in Italia è al 22%.

Se volete acquistarlo, è al link qui sotto, insieme agli altri capi della collezione estiva che, più o meno, rispondono alle stesse caratteristiche di sostenibilità, estetica, amore.

Il nostro non è per forza “meglio”.
Semplicemente è una possibilità.

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